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Africa a Boligrafo: capolavori con la penna blu

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Javier Jiménez Sánchez-Dalp dona la sua arte a sostegno
delle missioni del Fatebenefratelli

È certamente un segno di grande speranza per le popolazioni dell’Africa colpiti dall’epidemia dell’ebola che, fra i resti archeologici dell’antico tempio del dio Esculapio, sia stata allestita una mostra a sostegno delle missioni del Fatebenefratelli.

Inaugurata lo scorso 6 dicembre presso la sala museo della chiesa di San Bartolomeo sull’isola Tiberina, la mostra itinerante “Africa a Boligrafo” dell’architetto Javier Jiménez Sánchez-Dalp, proseguirà fino all’8 gennaio. Si tratta di un’esposizione di ritratti che riproducono i volti d’Africa, operatori, medici e pazienti durante la devastante epidemia nei vari paesi dell’Africa: Guinea, Liberia, Sierra Leone, Togo, Mali.

I volti d’Africa

Tema della mostra – organizzata in collaborazione con l’AFMaL (Associazione con i Fatebenefratelli per i Malati Lontani) – è appunto l’Africa, illustrata attraverso i volti della sua gente. E tutti i ritratti, veri e propri capolavori, sono stati realizzati usando esclusivamente una penna blu, lo stesso colore dei mantelli indossati dai tuareg che vivono nel deserto del Sahara, in particolare nel Mali, uno dei paesi dove i volontari dell’AFMaL sono intervenuti portando soccorso per ridare la luce ai malati colpiti dalla tragica epidemia.

Nella fase più acuta, fra il 2013 e il 2015, l’Ordine di San Giovanni di Dio è stato in prima linea e ben 15 operatori, fra fratelli e sorelle dell’ordine,  sono morti in Liberia e in Sierra Leone.

Il Progetto

“L’esposizione, ci dice la dott.ssa  Palma D’Intino, che come una premurosa padrona di casa, accoglie e guida i visitatori attraverso le sale, ha lo scopo di raccogliere fondi destinati al progetto dell’AFMal intitolato “La continuità delle cure post-intervento”, a sostegno degli Ospedali Fatebenefratelli operanti in Africa, per il trattamento e la cura delle patologie post-operatorie e traumatologiche.

“Siamo presenti con 25 centri socio sanitari in 13 paesi, dislocati nei villaggi lontani dalle capitali, continua la dott.ssa D’Intino. Abbiamo pensato di sostenere questi Paesi perché la sanità in Africa è privata, la gente per farsi operare deve pagare e quando riesce ad andare in ospedale ci arriva in condizioni pessime e quasi sempre quando è ormai troppo tardi.”

Partendo dalla primaria necessità di garantire una continuità di intervento, molteplici sono gli obiettivi di questa iniziativa: incrementare l’autonomia sanitaria nelle sedi locali, diffondere la consapevolezza della curabilità delle malattie e, infine, favorire uno sviluppo indipendente delle comunità sostenendo azioni per la tutela dei diritti umani.

Così come nel terzo secolo a.C. Roma decise di costruire un tempio sull’isola dedicato a Esculapio, dio della salute e delle malattie, per porre fine ad una devastante epidemia che affliggeva duramente la città di Roma, oggi, la presa di coscienza degli effetti del virus dell’ebola e gli aiuti che i visitatori di questa interessante mostra vorranno donare, potranno contribuire alla sconfitta del male moderno.

Africa a Bolìgrafo – l’Africa con la penna blu
Sala museo della chiesa di San Bartolomeo all’Isola Tiberina
6 dicembre 2016 – 8 gennaio 2017
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00

 

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