Suscita un’esplosione di emozioni la mostra intitolata “Guttuso. Inquietudine di un realismo” allestita fino al 9 ottobre presso il Quirinale nella galleria di Alessandro VII. Tralasciando di parlare del fascino della prestigiosa sede presso la quale si svolge, la raccolta riunisce i quadri di ispirazione religiosa del maestro siciliano e si sviluppa in tre sale. La prima ricca di disegni e stampe preparano il visitatore ai meravigliosi colori destinati a rappresentare momenti cristiani basilari come la Cena di Emmaus o Il legno della Croce.
Ma la parte da leone spetta alle due opere nella terza sala Spes contra spem e Crocifissione. Ci soffermiamo su quest’ultima considerata fra le migliori riuscite dalla creatività di Guttuso e che per decenni ha fatto discutere, laici e religiosi, sul messaggio che il Maestro ha voluto trasmettere: quello di una morte di Cristo che si rinnova nel tempo rimanendo attuale.
L’allineamento e non la consueta prospettiva delle croci, la presenza di due nudi nella scena, elemento questo che nel 1942, alla presentazione del Premio Bergamo, suscitò scandalo nel clero italiano e aprì un forte dibattito sulla libertà interpretativa dell’arte moderna, il retrostante abitato distrutto da un bombardamento, rendono la drammaticità della raffigurazione piena di caratteri laici, diversi dalla tradizione ma che sono vicini alla sofferenza dell’uomo moderno, all’epoca della sua realizzazione in piena guerra mondiale.
Per maggiori informazioni visita il sito del Quirinale