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Il genio e il tormento di Antonio Ligabue, a Roma

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Antonio Ligabue al Vittoriano

Dopo cinquantacinque anni, Ligabue torna a Roma. Fino all’8 Gennaio 2017 presso le sale del Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma sono esposte oltre 100 opere che documentano la produzione artistica di Antonio Ligabue “el matt” (1899/1965): dalla fine degli anni ’20 al 1962 quando il pittore fu costretto a smettere di lavorare, afflitto da una malattia che lo portò tre anni dopo alla morte.

Divisa in tre sezioni, secondo l’ordine cronologico dei quadri, la mostra racconta i grandi temi che contraddistinguono la sua opera: la rappresentazione degli animali, soprattutto quelli selvatici e feroci, quasi sempre aggressivi ed in lotta per la sopravvivenza, i suoi autoritratti e i paesaggi dei campi, in cui ha rappresentato con un’imponente espressione realista, la natura selvaggia del territorio che lo circondava o che l’autore immaginava.

Una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni quali Mammuth (1952-1962), Sulki (1952-1962) e Autoritratto con berretto da fantino (1962) e diverse sculture opportunamente dislocate lungo il percorso completano il bagaglio artistico esposto.

Nato a Zurigo nel 1889, dopo tormentati e inquieti anni di vagabondaggio, nel 1919 giunge a Gualtieri dove nel 1929 incontra Renato Marino Mazzacurati (artista della Scuola Romana e poliedrico esponente di correnti artistiche quali il cubismo, l’espressionismo e il realismo) che ne comprende l’arte genuina e gli insegna l’uso dei colori a olio, guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento.

Autodidatta certamente, naïf no. È sufficiente, anche ad occhi meno esperti, rilevare i cambiamenti effettuati dal pittore sia nella tecnica che nei soggetti rappresentati tra la prima produzione e quella degli anni cinquanta. Carrozza con cavalli e paesaggio svizzero (1956-1957), Tavolo con vaso di fiori (1956) e Gorilla con donna (1957-1958), gli autoritratti e le arature, le carrozze in corsa e gli animali del cortile, solo per citare alcuni oli dove il movimento dei soggetti su sfondi vari e ben definiti, fin nei minimi particolari, attestano una maturità creativa dagli accademici italiani ed internazionali a partire dal 1961, grazie proprio alla grande esposizione allestita a Roma presso la galleria La Barcaccia.

L’esposizione, promossa dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri, è curata da Sandro Parmiggiani, direttore della stessa Fondazione e da Sergio Negri, presidente del comitato scientifico, con l’organizzazione generale di Arthemisia Group e C.O.R. Creare-organizzare-realizzare.

Quando: Fino all’8 Gennaio  2017

Dove: Complesso del Vittoriano – Ala Brasini (Via di San Pietro in Carcere – 00186 – Roma)

Costo del biglietto: Intero € 10,00 – Ridotto € 8,00

Info e prenotazioni: T. 39 06 87 15 111

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