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Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale

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di Andrea Poggi, Biologo Marino

A Ostia, da quasi 90 anni, c’è un posto circondato dal traffico e dalle frenetiche attività cittadine, entrando nel quale possiamo fare un salto nel passato: è il Borghetto dei pescatori.

Le sue origini risalgono al 1890, per opera di un piccolo gruppo di pescatori napoletani che si insediarono nei pressi del Canale di Castel Fusano, costruito in età romana nel 356 a.C. allo scopo di drenare il terreno paludoso e poter utilizzare le saline litoranee. Successivamente giunsero altri pionieri da Anzio, Minturno e dalla Puglia. Si sviluppò così un primo insediamento costituito da piccole case di legno costruite sulla sabbia. Nel 1932, al posto di questo primo insediamento, fu costruito in pochi mesi, sotto l’Amministrazione del Governatorato di Ostia, un piccolo borgo di case in muratura inaugurato il 4 aprile 1932.

Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale, Andrea Poggi

L’ex magazzino, oggi sede dell’Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno”

Alla fine degli anni ‘30 sorse la necessità di un fabbricato ad uso magazzino per le attività di bonifica caratterizzato da diversi ambienti (adibiti a deposito dei carburanti ed officina per le riparazioni dei natanti), che sorse sulla sponda opposta del canale dei pescatori. Questo fabbricato, recentemente ristrutturato dall’Ente Regionale RomaNatura, è oggi conosciuto con il nome di “Casa del Mare”, sede dell’Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno”.

Oggi la comunità di pescatori di Ostia pratica ancora la piccola pesca costiera mantenendo viva la tradizione locale della pesca della tellina, ormai da diversi anni inserita tra i 250 presidi italiani di Slow Food, per le sue caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale, proteggendo un prodotto tradizionale pescato con una tecnica tradizionale e la sua economia locale.

La piccola flotta peschereccia del Borghetto dei pescatori *

I pescatori del Borghetto, che svolgono quella che viene definita “piccola pesca artigianale”, sono circa quaranta. La flotta è costituita da poco più di 30 barche delle quali circa la metà è ormeggiata lungo il canale dei pescatori e nella piccola darsena adiacente, mentre le altre sono distribuite nelle marinerie di Fiumicino e Fregene.

La maggior parte delle imbarcazioni svolge l’attività di pesca delle telline e molluschi bivalvi; ci sono poi diverse imbarcazioni che svolgono piccola pesca artigianale con reti da posta (imbrocco e tramagli); alcune di queste, a seconda della stagione utilizzano anche le nasse per la pesca di crostacei e molluschi cefalopodi come seppie e polpi. Infine due barche effettuano la pesca col cianciolo (una piccola rete a circuizione).

Le zone di pesca delle imbarcazioni che utilizzano reti da posta, si estendono da Tor San Lorenzo fino a Fregene. Entro le 3-5 miglia dalla costa il pescato è caratterizzato principalmente da mormore (Lithognathus mormyrus), orate (Sparus aurata), saraghi (Diplodus spp.) e pagelli (Pagellus spp.), mentre a distanze comprese tra 7-8 miglia, e quindi a maggiori profondità, si riscontra un’abbondanza di razze (Raja clavata).
Le imbarcazioni che pescano telline (Donax trunculus) svolgono la propria attività sotto costa, dal porto di Ostia fino a sud di Torvajanica.
Da diversi anni, nel periodo primaverile fino a tutto il mese di giugno, lungo il litorale di Ostia il pescato delle seppie (Sepia officinalis) è estremamente abbondante. La gran quantità di questa specie, non è casuale; i pescatori di Ostia, infatti, distribuiscono numerose nasse sul fondale per il suo ripopolamento.
Le barche che pescano col cianciolo catturano principalmente acciughe (Engraulis encrasicolus), sardine (Sardina pilchardus), orate, spigole ( Dicentrarchus labrax) e cefali (Mugil spp.). A detta dei pescatori, rispetto al passato, lungo il litorale di Ostia sono diminuite sia le mazzancolle (Penaeus kerathurus) che le mormore. Le mazzancolle generalmente si pescano lungo la costa da 50 metri fino a 150 metri dalla battigia. Probabilmente questo calo potrebbe essere imputabile ai ripascimenti effettuati. Il sedimento originario, infatti, era estremamente ricco di arenicole e vongole (tipiche prede di questi animali) che invece non sono presenti nei sedimenti utilizzati per il ripascimento.
Il pescato locale viene venduto quasi tutto al dettaglio, ma nel caso di quantitativi maggiori viene anche battuto all’asta e distribuito localmente nei mercati, nelle pescherie e nei ristoranti del litorale. Le telline, una volta pescate, vengono portate in un piccolo stabulario presente in alcuni locali del Borghetto oppure presso uno stabulario di Fiumicino. Nei giorni in cui si svolge la “Sagra della tellina” (a fine agosto) vengono vendute quasi esclusivamente per la manifestazione mentre durante l’anno, il prodotto, oltre che localmente, viene venduto anche sul mercato di Napoli.

Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale, Andrea Poggi

Il canale dei pescatori e parte della piccola flotta del Borghetto

La pesca artigianale

Vediamo più da vicino quali sono le caratteristiche della pesca artigianale professionale e il funzionamento delle reti da posta, del cianciolo e del rastrello per telline, che sono i principali attrezzi utilizzati dai pescatori del borghetto.
La piccola pesca artigianale è la pesca praticata con imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri, che operano entro le 12 miglia dalla costa ed è caratterizzata dall’uso di attrezzi selettivi e a basso impatto ambientale. Con il termine selettività si definisce sia la capacità che ha un attrezzo di catturare prevalentemente solo alcune taglie di una determinata specie, sia la selezione delle diverse specie presenti in mare.
Le reti da posta sono reti passive che vengono calate sul fondo, o ad una certa distanza da esso e lasciate ferme in mare in attesa che il pesce arrivi e resti impigliato. Quelle maggiormente utilizzate sono il tramaglio e la rete a imbrocco.

Il tramaglio (o tremaglio), la cui lunghezza massima, in base alla normativa europea, è fissata a 4 Km mentre l’altezza massima è di 4 metri è formato da tre pezze di rete sovrapposte, le più esterne sono maglie larghe (maglioni) ed il più interno (mappa) è a maglie più strette e di superficie maggiore (in maniera che sia meno tesa delle altre due) e viene impiegato per la cattura di pesce ad alto valore commerciale. È calato ad una profondità che varia tra i 2 e i 40 m e la zona di pesca varia con la stagione, per seguire la stagionalità delle principali specie bersaglio. Con i tramagli il pesce viene catturato per insaccamento. Si possono catturare specie di fondo come: triglie (Mullus spp.), scorfani (Scorpaena spp.), seppia (Sepia officinalis), polpo (Octopus vulgaris), merluzzo o nasello (Merluccius merluccius), saraghi (Diplodus spp.), aragosta (Palinurus elephas), gallinella o cappone (Trigla lucerna), boga (Boops boops), sogliola (Solea vulgaris), mormore (Lithognathus mormyrus), pagelli (Diplodus spp.), salpe (Sarpa salpa), suro o sugarello (Trachurus trachurus).

Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale, Andrea Poggi

Insaccamento o tremaglio (Da “classificazione e descrizione degli attrezzi da pesca in uso nelle marinerie italiane con particolare riferimento al loro impatto ambientale” – ICRAM)

La rete da imbrocco è una rete da posta formata da una sola pezza di rete in cui il pesce resta ammagliato: la dimensione della maglia varia in relazione alla specie bersaglio. L’altezza di questa rete, in base ai regolamenti comunitari, non deve superare i 10 metri.
Nell’Imbrocco, il pesce nel tentativo di passare attraverso la rete, infila la testa in una maglia fino all’opercolo branchiale rimanendo catturato. Si pescano principalmente: merluzzo o nasello (Merluccius merluccius), triglie (Mullus spp.), gallinella o cappone (Trigla lucerna), sogliola (Solea vulgaris), pagelli (Diplodus spp.), suro o sugarello (Trachurus trachurus), scorfani (Scorpaena spp.), boga (Boops boops), saraghi (Diplodus spp.), menola (Spicara maena), zerro (Spicara smaris) e seppia (Sepia officinalis).

Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale, Andrea Poggi

Imbrocco. (Da “classificazione e descrizione degli attrezzi da pesca in uso nelle marinerie italiane con particolare riferimento al loro impatto ambientale” – ICRAM)

I ciancioli sono reti a circuizione a chiusura. Queste reti circondano il banco di pesce che può essere avvistato visivamente, tramite ecoscandaglio oppure può venire attratto mediante una fonte luminosa. In quest’ultimo caso, la barca principale e la barca su cui è montata la fonte luminosa, prendono il nome di “lampara”, poiché il banco di pesce viene attratto da delle lampade molto potenti. Tale sistema di pesca viene utilizzato principalmente per la cattura di sardine (Sardina pilchardus) ed acciughe (engraulis encrasicolus).

Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale, Andrea Poggi

Funzionamento della rete a circuizione a chiusura (Cianciolo). (Da “classificazione e descrizione degli attrezzi da pesca in uso nelle marinerie italiane con particolare riferimento al loro impatto ambientale” – ICRAM)

Draga o rastrello a denti. (Da “classificazione e descrizione degli attrezzi da pesca in uso nelle marinerie italiane con particolare riferimento al loro impatto ambientale” – ICRAM)

Il rastrello da natante è una draga manuale a denti abbastanza rudimentale, costituita da una bocca dentata che viene manovrata con un lungo palo dalla barca, ancora in uso in Lazio e in Campania per la raccolta delle telline (Donax trunculus). Questo sistema permette di raccogliere, all’interno di un sacco di rete, i molluschi annidati all’interno del sedimento facendo entrare solo questi ultimi nell’attrezzo già separati dalla sabbia o dal fango. Seppur a livello nazionale interessi solo il 12,5% della flotta è invece particolarmente diffuso nel Medio Tirreno. Il suo utilizzo è abbastanza costante nei mesi estivi e autunnali e alterno negli altri periodi.

La pesca della tellina lungo il Litorale Romano

Molti riferimenti storici dimostrano come la tellina sia presente e conosciuta lungo il litorale romano già da diversi secoli. La tellina è un piccolo mollusco bivalve che presenta una lunghezza massima di 5 cm, ma generalmente è compresa tra 2,5 e 3,5 cm. La taglia minima di cattura consentita è 2 cm. La forma è inconfondibile, presenta infatti una conchiglia costituita da due valve di forma triangolare, leggermente diverse tra loro e molto appiattite. La colorazione esterna varia dal bianco-giallastro al violaceo con zone radiali più scure, mentre la colorazione interna è biancastra con ampie zone violacee.

La tellina vive infossata lungo la costa, ed è presente su fondi sabbiosi tra 0 e 2 metri di profondità. Nel Lazio si pesca da Passoscuro fino a Capo d’Anzio, e risulta molto presente nel tratto di costa lungo la Riserva Naturale del Litorale Romano, dove è sempre stata abbondante e rinomata fin dai tempi dei romani. Viene pescata con rastrelli trainati da piccole imbarcazioni o con rastrelli a mano mentre è vietata la raccolta con la draga idraulica. Questo tipo di pesca viene svolta tutto l’anno, ad eccezione del mese di aprile che rappresenta il periodo di fermo biologico.

Perché è importante acquistare il pesce pescato in modo sostenibile?

Reti da posta, nasse, cianciolo, palangaro di fondo, canne e rastrelli rappresentano metodi artigianali selettivi e a basso impatto ambientale in quanto catturano solo determinate specie oltre una certa taglia, determinando un minor impatto sulle specie, sui fondali e sugli habitat marini. Sono per questo definiti metodi di pesca sostenibili e per questo è preferibile acquistare i prodotti ittici catturati con questi sistemi. Oggi, inoltre, per il consumatore la scelta è facilitata dal fatto che il metodo di cattura deve essere riportato obbligatoriamente sui cartelli esposti nei banchi delle pescherie e sulle etichette dei prodotti confezionati.

Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale, Andrea Poggi

L’effetto dell’Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno”

Le “Secche di Tor Paterno” sono una delle 29 Aree Marine Protette (AMP) istituite dal Ministero dell’Ambiente. Dichiarata Area Marina protetta il 29 novembre del 2000 è stata affidata in gestione all’Ente Regionale RomaNatura. Le Secche di Tor Paterno si trovano a circa 6 miglia nautiche al largo di Torvajanica e sono l’unica AMP in Italia ad essere completamente sommersa e a non includere alcun tratto di costa.

Il Borghetto dei Pescatori e la pesca artigianale, Andrea Poggi

Ubicazione dell’Area Marina Protetta delle “Secche di Tor Paterno”

Le aree marine protette sono suddivise in zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale (Zona A di riserva integrale; Zona B di riserva parziale; Zona C di riserva generale). Tale suddivisione viene fatta sulla base delle caratteristiche ambientali e della situazione socio-economica. Nel caso delle “Secche” è presente solo la zona B di riserva parziale.

I pescatori del Borghetto affermano che l’istituzione dell’Area Marina Protetta abbia avuto un effetto estremamente positivo sul ripopolamento della zona, determinando un aumento di diverse specie.

Queste dichiarazioni sono confermate dagli studi condotti nelle AMP italiane. Un’indagine svolta da Unimar Soc. coop. nel 2014 evidenzia come nel tempo, da parte dei pescatori professionali, ci sia stato un sostanziale miglioramento nel giudizio sull’utilità delle misure di protezione ai fini della salvaguardia delle risorse ittiche e su come le limitazioni alla pesca imposte all’interno dell’Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno” abbiano prodotto un effetto positivo sui redditi derivanti dall’attività di pesca. L’attività di pesca viene svolta principalmente all’esterno del perimetro dell’area marina protetta e i sistemi di pesca autorizzati sono le reti da posta e i palangari. Le specie maggiormente pescate sono (in ordine decrescente): scorfano (Scorpaena spp.), orata (Sparus aurata), fragolino (Pagellus erythrinus), polpo (Octopus vulgaris), mormora (Lithognathus mormyrus), cernia bruna (Epinephelus marginatus) e ombrina (Umbrina cirrosa).

Foto di Andrea Poggi

* Grazie a Franco D’Arienzo e Michele Migliore per le informazioni fornite e la gentile collaborazione.

Bibliografia

AA. VV. (2010). Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di RomaNatura.

AA. VV. (2011) – Lo stato della pesca e dell’acquacoltura nei mari Italiani a cura di Cataudella S, e Spagnolo M. Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

AA. VV. (2002) – classificazione e descrizione degli attrezzi da pesca in uso nelle marinerie italiane con particolare riferimento al loro impatto ambientale. A cura di Mario ferretti, Enrico Tarulli, Silvia Palladino. ICRAM.

AA. VV. (2001). Gli attrezzi da pesca in uso nelle marinerie italiane risultati del programma MAPP. A cura di Alessandra Cannas. Consorzio UNIMAR.

ARSIAL – Preparazione di pesci, molluschi, crostacei e tecniche particolari di allevamento. Tellina del litorale romano.
Enrico Casola, Michele Lariccia, Michele Scardi. Aree Marine Protette e Pesca Professionale. Unimar – Roma 2014.

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