EVENTI ED AZIENDE AD OSTIA LIDO, OSTIA ANTICA, ACILIA, FIUMICINO

di Andrea Gasparini (Cittadino attivo)

Si parla spesso di “Senso Civico” o purtroppo della sua mancanza. La carenza di civismo si evidenzia dal degrado, ad esempio dalle scritte sui muri e l’immondizia abbandonata in ogni dove, e dall’aggressione del territorio, evidenziato dall’abusivismo e dall’inquinamento dell’ambiente. Anche semplici atteggiamenti egoistici, la cosiddetta “maleducazione”, sono segnali di inciviltà, di assenza del senso di comunità.

La mancanza di rispetto delle regole comuni, il fare “come ci pare”, il non riconoscere e rispettare gli altri, possono diventare, alla lunga, se tollerati, terreno fertile per la diffusione di atti sempre più gravi e degenerare in violenza e crimine.

La diffusione del Senso Civico parte dalla Comunità, rafforzandola e preservandola, si ottiene coinvolgendo persone ed Istituzioni, “facendo rete”, rendendo parte attiva i Cittadini e promovendo un lungo percorso formativo a partire dalla scuola dell’obbligo. I giovani di oggi saranno donne e uomini di domani ancora più consapevoli se avranno acquisito quella condotta che attiene all’osservanza del riguardo per gli altri, al rispetto delle regole nella condivisone del senso di responsabilità e di appartenenza.

Avere come Comunità una radicata conoscenza del proprio Territorio, del suo paesaggio, della sua storia, nella consapevolezza che esso costituisca un bene comune genera una diffusa attenzione per la conservazione, manutenzione e cura dei luoghi. Infatti la Convenzione Europea per il Paesaggio considera quest’ultimo quale esito della particolare relazione che si crea tra Comunità e Territorio. Contrariamente, in un contesto degradato, ritenuto ormai irrimediabilmente perduto e nel quale non ci si vuole più identificare, si rischia di rifugiarsi ognuno nel proprio cantuccio, nella propria casa, magari linda e pinta, in pieno contrasto con il degrado circostante sostituendo, alla fine, il Senso di Comunità con quello individuale con le conseguenze sociali che ne derivano.
Trovare degli elementi identitari diventa quindi di importanza fondamentale per rafforzare il Civismo ed il senso di appartenenza.

Il X Municipio è ricchissimo di aspetti storici, ambientali, sociali che possono essere considerati come identitari e vedremo come molti di essi siano accumunati dall’elemento acqua non solo perché sia l’unico Municipio dei quindici in cui è suddivisa Roma ad essere affacciato sul mare, ma perché “l’acqua” è ovunque presente e determinante. Il fiume Tevere, ad esempio, che ne delimita il confine a nord, è stato l’artefice di questi luoghi, visto che negli ultimi due millenni la linea di costa a ridosso della foce ha avuto un avanzamento di oltre quattro chilometri provocando una totale trasformazione del paesaggio e mutando profondamente l’aspetto antropico. Fossi e canali di bonifica, nell’entroterra al posto dell’antico “Stagno Ostiensis”, fanno parte integrante oltre del paesaggio odierno della trasformazione e della Storia di questo territorio imprescindibile dall’acqua.
Sarebbe, quindi, più corretto definire, eventualmente, il X come il Municipio “delle acque” piuttosto che semplicemente “marino” ma adesso vediamo quali possono essere alcuni degli aspetti identitari di questa parte della città di Roma scoprendo come quasi tutti, alla fine, siano ricollegabili all’elemento acqua.

Scavi di Ostia Antica

Partiamo dall’area archeologica di Ostia Antica il più grande sito archeologico del mondo insieme a Pompei . Oltre al nome derivante da Ostium, bocca di fiume, essendo ubicata in prossimità della antica foce del Tevere, luogo strategico, anche in virtù dello sfruttamento delle saline circostanti. Forse dobbiamo proprio a quelle vestigia l’avvio della profonda trasformazione di questo tratto del litorale Romano.

I primi scavi furono realizzati da Pio VII ad inizio del XIX secolo, proseguiti da Pio IX e dal nuovo Stato Italiano in maniera saltuaria negli ultimi anni dell’ottocento, anche se, bisogna aspettare il 1909 per l’avvio di indagini archeologiche razionali e gli scavi continuati fino da allora hanno a poco a poco restituito oltre l’aspetto monumentale della città anche la sua topografia.

L’interesse verso il sito archeologico portò di riflesso la necessità di bonifica e di un conseguente recupero di un area in totale abbandono con il successivo insediamento di nuovi abitanti prodromo per la futura urbanizzazione di quello che ora conosciamo come X Municipio. Oggi , l’area archeologica di Ostia Antica, qualora venisse candidata al patrimonio mondiale dell’UNESCO, offrirebbe una enorme opportunità di rilancio anche sociale di questo Territorio.

Un iter difficile e complesso come una candidatura UNESCO non potrà prescindere dalla partecipazione della comunità che dovrà farsi parte attiva con eventi, incontri, assemblee pubbliche… al fine di infondere la consapevolezza del valore storico culturale ed ambientale dell’area, principi intorno ai quali la comunità, facendoli propri, potrà riconoscersi.

Bonifica di Ostia

La data del XXV XI MDCCCLXXXIV è stata presa in maniera convenzionale come “Natale di Ostia”.
In una serata piovosa arrivarono i primi 500 coloni Ravennati seguiti da 50 donne, le “Sdore”, della Cooperativa agraria A.G.O.B.R. “Associazione Generale Operai e Braccianti agricoli di Ravenna”, la prima del genere costituita in Italia, con l’arduo compito di “RESTITUIRE A LA COLTURA A L’IGIENE A LA CIVILTA’ NOVA ZOLLE CHE L’ANTICA CIVILTA’ SEMINO DI RUDERI…”. Per un’Italia da pochi anni riunita in nazione non era più accettabile avere a pochi chilometri dalla nuova capitale aree malariche. Nel 1878 si promulgò una legge per il miglioramento igienico di Roma e la bonifica di Ostia e Maccarese, provvedimento che si tradurrà, l’anno seguente, nella costituzione di un “Ufficio Tecnico Speciale” con competenze in materia della pianificazione dei progetti di bonifica.

Tentativi di risanamento erano già stati intrapresi dallo Stato Pontificio tra il 1858 ed il 1868. Nel 1857, Papa Pio IX costituisce la società Pio-Ostiense con il fine di bonificare lo Stagno Ostiensis e le Saline. Il primo tentativo, a cura dell’ingegnere francese Froyer prevedeva un progetto per colmata, ovvero il riempimento di una depressione tramite deposito di sedimenti trasportati da acque torbide. In pratica si trattava di convogliare le acque di piena del fiume Tevere tramite un canale colmatore nelle suddette aree di bonifica.
Il progetto falli per calcoli probabilmente errati sulla pendenza del canale colmatore. Anche i successivi progetti, quello del Prof. Guidi, dell’Ing. Fumaroli e del Prof. Moro, furono tutti accumunati dall’insuccesso.
Nel 1884 sotto la spinta del deputato romagnolo Andrea Costa si avviò finalmente il concreto risanamento degli stagni e delle paludi costiere seguendo un progetto per prosciugamento “idraulico” rispetto a quello per colmata che essenzialmente consiste in un sistema di canali e pompe per sollevare e far defluire le acque al mare. Dai 48 mesi previsti si passò alla fine a sette anni per il completamento delle opere previste e solo nel primo anno perirono cento “Scariolanti”, termine che si attribuisce ai braccianti Ravennati che trasportavano la terra su carriole, in una impresa resa ancor più titanica da mille difficoltà.

Il fervore di quelle donne e di quegli uomini impressionò il Re Umberto I che li aiutò e sostenne nonostante quei lavoratori fossero per lo più anarchici e socialisti. Un bell’esempio “bipartisan” ante litteram.

Ma i Ravennati furono anche portatori di una mentalità di una cultura basata sulla solidarietà.
Tutti i Soci avevano diritto di voto, una paga uguale e garantita, anche nei periodi di malattia. Sussidio per le vedove fino all’ingresso di un figlio nella Cooperativa, servizi comuni, magazzini, infermeria, alloggi.

Un “civiltà”, quella dei Ravennati, dalla quale idealmente discendiamo e che in essa dobbiamo trovare comuni “aspetti” identitari.

Sant’Agostino

Aurelio Agostino (Tagaste 354 Ippona 430) è considerato tra i più celebri padri della Chiesa latina ed il suo cammino e la Sua vita sono in stretta relazione con Sua madre, Monica, morta nel 387 sulla via del ritorno, per mare, in Africa.

Ad Ostia, il Santo, trascorse diversi mesi continuando a trascrivere il Suo pensiero. Nel 2004 venne proclamato Patrono di Ostia e di tutto il X Municipio da S.S. Giovanni Paolo II.
Filosofo, autore di una immensa attività letteraria, il Suo pensiero filosofico si sviluppa essenzialmente attorno a due tematiche principali.

La prima possiamo riassumerla con queste parole, “Dio e il destino dell’uomo, perduto dal peccato e salvato dalla Grazia”, pensiero raccolto in un susseguirsi di opere, Il “De Gratia et de libero arbitrio”; il “de correptione et gratia; il “de praedistinatione sanctorum”; il “de dono perseverantiae” per tutto ciò il Santo è noto come “Doctor Gratiae”. La seconda inerente l’argomento dell’interiorità , “Non uscire da Te, ritorna in te stesso, la verità abita al’interno dell’uomo …”.

Temi eterni, punti di riflessione per tutti, credenti e non, che fanno di Aurelio Agostino, uno dei maggiori pensatori dell’Occidente, portatore di un messaggio ancora attuale.

Aviazione

A seguito dell’inaugurazione dell’aeroporto intercontinentale ”Leonardo da Vinci”, avvenuta il 15 gennaio 1961, il nostro territorio vide una rapida espansione urbanistica e crescita economica, come del resto la stessa Fiumicino e le altre aree del litorale a nord del Tevere.

Difficile non constatare una stretta dipendenza tra l’aeroporto ed il suo indotto, crescita demografica, composizione sociale…. Chi non ha un parente o amico che a vario titolo non sia in stretta relazione con lo scalo? E quanti esercizi commerciali o pubblici possono esistere solo perché la propria clientela trae reddito dall’aeroporto o da chi ci lavora?

Ma il rapporto tra “Ostia” e l’aeronautica ha radici molto più antiche e la storia dell’aviazione deve molto al nostro Territorio ed in maniera particolare al suo idroscalo intitolato a “Carlo Del Prete”.

Ostia, Idroscalo 1929 da Istituto Luce

Autorità civili e militari presso la banchina dell’idroscalo; un idrovolante ormeggiato, 02-09-1929. Foto da Istituto Luce

Tappe fondamentali della storia aeronautica del X municipio furono l’ampio rinnovamento dello scalo, reso di nuovo operativo dal 3 marzo 1926 e spostato di qualche centinaio di metri rispetto all’ubicazione originaria del 1919, il collegamento inaugurale con Cagliari, avvenuto il 21 aprile 1928, effettuato da un Savoia Marchetti S. 55 della S.A.M. che, da quel momento rese la Sardegna meno isolata. Cinque anni dopo, il 12 agosto 1933, al “Carlo Del Prete”, ammararono gli “Atlantici” al rientro dalla “Crociera Aerea del Decennale” che all’epoca sbalordì il mondo per il grande numero di aerei coinvolti (24 S.55 X, più uno di riserva). Ma oltre a queste memorabili tappe il nome dell’idroscalo era legato allo sviluppo economico del litorale visto che vi lavoravano centinaia degli allora relativamente pochi abitanti del posto, maestranze che qui operavano per conto della S.A.M. prima e dell’Ala Littoria dopo rendendo anche possibile lo svolgimento della prima tratta della “Linea dell’Impero” per l’allora Africa Orientale Italiana, oltre a numerosi altri collegamenti.

Ostia, Idroscalo 1929 da Istituto Luce

Idroscalo di Ostia,  Struttura per gli idrovolanti, 28-09-1929. Foto da Istituto Luce

Sempre nell’area dell’idroscalo, inoltre, erano presenti le officine della Società Anonima Industrie Meccaniche Aeronautiche Navali . S.A.I.M.A.N., società che, oltre a curare, inizialmente, la manutenzione di barche ed idrovolanti, nel giro di pochi anni, passò alla progettazione ed alla realizzazione di numerosi modelli di velivoli.

La sentita “tradizione aeronautica” del X municipio è giunta fino ai giorni nostri; infatti, non si può dimenticare l’Air Show e le centinaia di migliaia di appassionati sempre presenti nel corso delle numerose edizioni.

Un percorso lungo quasi un secolo, di uomini, di macchine, di passione, che hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo di una vera cultura del lavoro, e di una comunità basata su di essa, offrendoci una visione del nostro territorio diversa, quella dall’alto del cielo.

Conclusioni

Questi sono solo alcuni di quelli che possono essere annoverati e definiti come “aspetti identitari”. Tutti sono in qualche modo già riconosciuti, sia perché, vengono ricordati, Sant’Agostino, “Natale di Ostia” sia perché sono presenti nella toponomastica, Piazzale dei Ravennati, via dell’Idroscalo, via della Pineta di Ostia… o perché ad essi sono dedicate monumenti o targhe alla memoria.

Ma sono veramente “sentiti” dai Cittadini e dalle Istituzioni come aspetti identitari?

Sono adeguatamente evidenziati e promossi con giornate dedicate, iniziative ed eventi? Sono sufficientemente divulgati anche in ambito scolastico?

Lascio a Voi la risposta insieme all’invito di trovarne degli altri, quelli che sentite più vicini a voi, in modo di potere comporre una lista con le relative preferenze.

Una “chiamata”, quindi, ad indicarne eventualmente di nuovi tramite l’invio di una mail al seguente indirizzo di posta elettronica xlacultura@gmail.com

Sarà nostra cura aggiornarvi su quanto gentilmente inviatoci. Vorrei infine avanzare una proposta, dedicare proprio alle “Acque”, una giornata in considerazione della centralità nella Storia, nella Cultura e nell’ambiente di questo elemento che si conquista, a mio parere, una posizione di rilievo come “aspetto” identitario per la Nostra Comunità.

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