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Il murales della discordia. La voce dei docenti

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Pubblichiamo il testo scritto dagli insegnanti del Liceo F. Enriques di Ostia pervenuto alla nostra redazione.

Come seppellire i vivi

Succede a Ostia, il Municipio di Roma da anni sulle prime pagine dei giornali per le vicende di infiltrazioni mafiose: testate a giornalisti, monopolio di stabilimenti balneari, sparatorie in alcune vie centrali…

Accade che un consigliere del Partito di maggioranza che si ispira esplicitamente ai valori dell’onestà e della legalità, esprima il suo dissenso su un murales ideato e attuato da studenti di alcune scuole superiori come prodotto finale di un percorso progettuale previsto e finanziato dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, un tempo) per sensibilizzare i giovani alla lotta contro le mafie.

E perché?

Perché gli studenti hanno suggerito anche volti di persone VIVE, presenti e riconoscibili sul territorio in quanto testimoni attivi della crescita della città e della lotta alla criminalità.

Dunque, gli studenti, candidamente interpretando il dettato delle varie circolari ministeriali che suggeriscono di “guardare alla realtà, studiare la contemporaneità, allargare lo sguardo sul presente e sul futuro”, non si sono limitati a nomi universalmente riconosciuti (Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Chinnici…).

Già… Hanno anche riprodotto alcuni volti di persone che riconoscono come impegnate sul territorio e significative per il loro vissuto quotidiano: un poeta, uno scrittore, un ex partigiano, una giornalista sotto scorta, un nuotatore ferito per sbaglio, un’operatrice sociale.

Censurati perché divisivi e non ancora morti, e pertanto seppelliti sotto un mucchio di foglie.

A questo punto verrebbe da pensare che l’Onestà, la lotta alla Mafia, la difesa della legalità debbano essere considerate valori DEI morti e PER i morti e, per di più, che QUEI morti con il loro esempio non abbiano insegnato nulla alle nuove generazioni di vivi, a noi che vediamo giorno dopo giorno la solitudine in cui viene lasciato chi testimonia la propria fedeltà a quei valori e subisce sulla sua pelle le conseguenze dell’illegalità.

Che cosa insegna l’oscurare con mucchi di foglie i volti dei simboli liberamente scelti dagli studenti? È questa la risposta delle Istituzioni pubbliche alla sete di realtà e di giustizia che anima i nostri giovani? Chi può rallegrarsi del cancellare le idee altrui perché diverse dalle proprie? Ci stupisce la disaffezione dei nostri ragazzi verso l’impegno sociale e politico?

Quanto è successo dunque non può che produrre amarezza in noi docenti e quel che è ancora peggio, sfiducia e smarrimento negli studenti e nei giovani tutti…

…E poi non vanno a votare…

Come dargli torto…


I docenti del Liceo Scientifico e Linguistico F. Enriques di Ostia

Lucia Guglielmi, Simona Notaro, Elvira Cavallo, Elena Doria, Germana Cernicchi, Gabriella Dimitri, Marcella Barattucci, Letizia De Rosa, Pilar Fernandez Diaz, Carmen Vardaro, Antonella Bellezza, Luigia Paiella, Silvia Cavaterra, Rosa Lia Bellanca, Renata Collalti, Carmela Fanara, Silvia Filippi, Lucia Ciliberti, Fiamma Fabbri, Patrizia Labonia, Angela Giovanniello, Rossella Mancini, Monica Grandi, Sergio Zaccaro.

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