Conoscere e riconoscere il “male d’amare”
Troppo alto il numero di donne uccise da uomini che sostengono di amarle (cento donne ogni anno), per pensare che una sola giornata, quella del 25 novembre, sia sufficiente a ricordarlo.
Ed è per questo che l’Associazione Spazi all’Arte si sta impegnando per portare nelle scuole un momento di conoscenza, di approfondimento e di riflessione sulle cause e le origini del male d’amare che spesso porta ai tragici fatti di cronaca che vede vittime le donne.
Due le conferenze presentate dall’Associazione Spazi all’Arte dal titolo “l’Amore molesto” nei giorni 4 e 7 dicembre presso la sede centrale di Ostia e la succursale di Acilia del Liceo Statale Enriques.
Le conferenze introdotte dalla presidente dell’Associazione Daniela Taliana, hanno avuto il prezioso contributo di due relatori d’eccezione: l’avvocato criminologo dott.ssa Annamaria Anselmi e il presidente del premio di poesia Città di Fiumicino, dott. Gianni Caruso che ha accompagnato la conferenza con interventi letterari.
“Ho parlato agli studenti di un tema molto attuale – ci racconta l’avv. Anselmi – prendendo spunto dal 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ovvero l’amore malato. Ho cercato di dare, alle ragazze quegli elementi basilari per poter capire quando una relazione sentimentale deve ritenersi pericolosa per l’incolumità femminile e va pertanto interrotta. Poi, ho trattato in modo più approfondito la figura dello stalker nelle sue tipizzazioni. Il tutto sostenuto anche da esempi tratti da casi giudiziari da me seguiti in qualità di avvocato penalista. I ragazzi hanno seguito le due conferenze con attenzione e al termine sono intervenuti con domande, ma anche raccontando esperienze personali, molto intime. È proprio la reazione dei giovani che mi ha portato a riflettere su quanto sia importante parlare di questi argomenti con loro. Le mie vogliono essere più che lezioni criminologiche, delle lezioni sentimentali, che permettano alle ragazze di non cadere nella trappola di un amore malato, che può portarle anche alla morte e per i ragazzi dei momenti di riflessione sui loro comportamenti e sul loro rapportarsi al mondo femminile. L’esperimento, tra l’altro già effettuato presso l’Istituto Faraday, con risultati analoghi, è andato bene oltre ogni aspettativa e mi auguro di poterlo ripetere anche presso altri Istituti del X Municipio.”
Il punto di vista dei ragazzi
La tematica non era di facile presentazione ma l’incontro “è stato molto educativo per noi studenti del liceo Enriques”, riporta Ludovica, che prosegue “gli argomenti trattati rientrano in un doveroso atteggiamento di massima attenzione all’attualità e tutti gli studenti dell’istituto concordano sul voler affrontare più spesso temi così delicati e forti allo stesso tempo. Ognuno dovrebbe essere adeguatamente informato sulla situazione del proprio paese e più precisamente è necessario conoscere tutti gli aspetti del tema violenza sulle donne” e di questo s’è parlato attraverso “l’esemplificazione di alcuni principali comportamenti assunti da un presunto molestatore nel corso della relazione amorosa” aggiunge Sabrina e di “come riuscire a rendersi conto che la relazione con il proprio partner sta diventando malata e soprattutto a chi rivolgersi se si è vittime di violenza”.
“Abbiamo ragionato su quanto sia importante essere autonomi, essere economicamente indipendenti ed avere proprie opinioni, in modo da non lasciare che nessuno ci prevarichi o annienti la nostra identità e la nostra personalità “afferma Giorgia o ci “faccia sentire sole” sussurra Aurora.
Grazie all’esperienza professionale raccontata dalla dott.ssa Anselmi, siamo stati stimolati e “provocati fino al punto di approcciarsi in modo personale alla tematica” riporta ancora Sabrina, per poter riconoscere e prevenire gli episodi di violenza e avere la forza di reagire ad essa per preservare la propria incolumità. Gli interventi del dott. Caruso hanno evidenziato inoltre quanto persino il linguaggio quotidiano si connoti di maschilismo e di violenza nei confronti delle donne, denunciando un retaggio culturale e sociale quasi sempre granitico. “Io penso che conferenze come questa vadano promosse più frequentemente nelle scuole” sottolinea Leonardo “perché se deve prodursi un cambiamento, il punto di partenza siamo noi giovani”.
Come dargli torto?